Il mio secondo album, IN APNEA, non conteneva esclusivamente 12 tracce audio inedite, ma anche un libro con diciasette racconti brevi illustrati dalla visual artist Alexa Invrea. Per questo sito ne ho selezionati un paio che a suo tempo, nei mesi immediatamente successivi all’uscita del disco, vennero pubblicati anche su Gagarin Magazine Orbite Culturali.

 

VERSO CASA è un racconto tratto dal libro cd IN APNEA (2011) e pubblicato su Gagarin Magazine di aprile 2011

Dino poteva considerarsi una persona fortunata: aveva sposato la donna a cui voleva bene fin da ragazzo, fatto grandi tre figli e una casa di proprietà. La sua era una solitudine singolare. La vita sulla terra ferma aveva avuto la meglio, ma esistevano ancora giorni in cui era il mare a vincere su tutto il resto. E allora, per lo più in autunno e inverno, Dino abbandonava qualunque cosa stesse facendo in quel momento, saliva in macchina e andava da lui. Lo sentiva vicino già nel contrasto tra il giallo, il rosso delle foglie e il piombo del cielo, lungo la strada, ancor prima della sabbia. Vedeva il mare come una foresta, il sale come semina fertile. Per lui il rumore delle onde che schiumano feroci era quello del vento che spettina le fronde degli alberi. Di fronte a quella terra sterminata Dino ritrovava un senso d’appartenenza altrimenti sradicata. Spesso sedeva sulla punta dell’ultimo scoglio quasi fosse un avamposto di pietra e cemento e lo guardava dritto negli occhi il suo mare. Era completamente sedotto da quel sangue bianco che lo cercava, lo sfidava, gli sputava contro. Ogni conchiglia sotto i passi di novembre era vetro di bottiglia, guscio d’uovo, schiena d’insetto. Ogni palo per bandiera rossa albero dell’impiccato, ogni fune pendaglio al vento. Il sole limpido e vivo del primo pomeriggio bruciava i contorni alle cose, e i gabbiani in volo diventavano squadriglie di aerei in battaglia. Quando poi scendevano tra le dune e chiudevano le ali, bastava un passo verso di loro per farli impazzire di nuovo verso l’alto. Dino, bambino con le rughe, non sapeva resistere quasi mai. Esistevano altre due città: quella che dimenticava i figli da vivi e li santificava da morti e quella che sopravviveva al bastone della padrona da maggio a settembre. Quel mattino di gennaio, in quel luogo, erano entrambe lontane. Il vento soffiava nei tubi di metallo, trasformandoli in flauti e sassofoni rugginosi. Il freddo stringeva, ma senza far male. Per un istante a Dino sembrò che quel mare fosse l’unica cosa leale nella sua vita. Per un istante quella eterna tempesta gli parve l’unica cosa che poteva continuare a chiamare vita. Fu in quell’istante che Dino mosse il primo passo verso la battigia e si incamminò, come credeva di avere sempre fatto, verso casa.

 

PER PRIMA COSA è un racconto tratto dal libro cd IN APNEA (2011) e pubblicato su Gagarin Magazine di febbraio 2011

Per prima cosa dovrai imparare la lingua del luogo, almeno una base di grammatica e dei rudimenti per quel che riguarda la pronuncia. Non potrai esercitarti con nessuno ma nei libri troverai una parte sulla fonetica. Poi dovrai tagliarti i capelli e vestire leggero. L’unico periodo in cui è possibile mettersi in viaggio è tra il primo martedì di giugno e l’ultimo venerdì di luglio. Se non riesci a imparare qualcosa entro quel venerdì dovrai rimandare la partenza di un anno. Il primo giorno dovrai camminare ad occhi chiusi e la prima notte dormire ad occhi aperti. Il secondo giorno vai in via…numero… Suona tre volte il campanello del sig… e spostati due passi a destra. Dalla finestra del quarto piano cadrà un mazzo di chiavi. Raccoglilo e raggiungi la vicina via… Suona l’unico campanello con la targhetta anonima nel palazzo di fronte alla pensilina dell’autobus. Ti apriranno cancelletto del cortile e ingresso principale. Entra e metti il mazzo di chiavi nell’ascensore, poi esci e siediti sotto la pensilina. Passeranno molti autobus, tu prendi quello senza autista e scendi al capolinea. Troverai una pista di pattinaggio abbandonata dall’altro lato della strada. Vai al chiosco delle bibite e ordina un caffè tedesco. Ti verrà consegnata una busta, dentro troverai un biglietto per… Raggiungi, a piedi, la stazione dei treni e dai il biglietto all’ultima persona in fila. Passa la notte nella sala d’aspetto e presta molta attenzione alle corse del binario due. Osserva i passeggeri, i loro bagagli, chi salutano alla partenza. All’alba del terzo giorno raggiungi il tendone da circo accampato nel parcheggio antistante la stazione. Entra e assisti per tutto il giorno agli esercizi dell’equilibrista sulla fune. Trattieni il fiato finchè non fa buio, dopodichè grida. L’equilibrista cadrà e quella sarà la sua ultima esibizione. Esci e raggiungi l’albergo… Vai sul retro e tira un paio di sassi all’unico vetro con gli scuri aperti. Dalla finestra dello sgabuzzino per le pulizie volerà un aeroplanino di carta, la pagina di una rivista. Su quel foglio troverai un trafiletto sul venditore di palloncini di piazza… E’ una piazza che non conosci. Siediti sotto l’acero sul ciglio della strada, vicino il punto dove le radici alzano la pavimentazione del marciapiede. Passerà un uomo in camice bianco al quale chiederai informazioni. Quella piazza si trova ad appena trecento metri, vicino al sanatorio di… L’uomo dei palloncini ti consegnerà una lettera di raccomandazione, un’assunzione stagionale come barelliere proprio in quel sanatorio. Il padiglione a cui verrai assegnato sarà quello dei sordomuti. A fine contratto l’usciere ti accompagnerà in auto al faro di… In cima, dietro una porta dipinta di viola, c’è una stanza. Pareti bianche e luce del sole alle sei di pomeriggio. Io sarò là ad aspettarti. E ti prometto che questa volta, qualunque cosa tu voglia dirmi, resterò ad ascoltare.